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Interferenti Endocrini

17-04-2020/ Pubblicato da Federica Piccoli/
Gli interferenti endocrini (IE) sono sostanze chimiche che alterano il funzionamento del sistema endocrino e incidono negativamente sulla salute degli esseri umani e degli animali (Zoeller et al., 2012) possono essere di origine naturale o sintetica. Le fonti che possono originare un'esposizione agli interferenti endocrini sono varie, ad esempio i residui di pesticidi o i prodotti di consumo utilizzati o presenti nella vita di tutti i giorni. L'ultimo, recente Rapporto della Commissione Europea ribadisce l'impegno della Commissione a proteggere i cittadini e l'ambiente dell'Unione Europea dall'azione degli interferenti endocrini, ponendosi come obiettivo primario: la riduzione al minimo dell'esposizione complessiva degli esseri umani e dell'ambiente agli interferenti endocrini, prestando particolare attenzione all'esposizione durante i periodi importanti dello sviluppo di un organismo, ad esempio lo sviluppo fetale, neonatale e la pubertà. Studi epidemiologici e preclinici hanno infatti messo in evidenza che gli IE sono in grado di indurre disordini metabolici, neuro-comportamentali e riproduttivi in modelli animali o sono correlati a maggiore incidenza di queste patologie in adulti e bambini (es. Diamanti-Kandrakis et al., 2009; Grandjean et al., 2014; Palanza et al., 2016; Braun et al., 2017; Heindel et al., 2017; Street et al., 2018). La presenza di IE nell'ambiente è pervasiva: sono presenti nelle plastiche, nei rivestimenti delle lattine, negli additivi alimentari, in cosmetici, scontrini, antiparassitari, altri pesticidi etc. Gli IE sono quindi molto diffusi nelle matrici ambientali, in genere a concentrazioni molto basse per ogni singola molecola, e raggiungono l’organismo attraverso gli alimenti, l'aria o per contatto diretto, oppure, nel caso del bambino in sviluppo, attraverso il sangue o il latte materno. Infatti l’esposizione agli IE si verifica già in utero e può interferire con le traiettorie di sviluppo, influenzando i periodi successivi della vita. La coppia madre-infante è quindi un bersaglio molto vulnerabile agli IE.

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